Indirizzo: piazza San Domenico Maggiore
Metro linea 1: stazione Dante-stazione Toledo-stazione Università
Orari di apertura al pubblico: Complesso monumentale di San Domenico Maggiore, lunedì-domenica, 9,00-18,30
Questa antica chiesa in stile romanico risalente al X secolo, inglobata in epoca angioina nel Complesso monumentale di San Domenico Maggiore, andandone a costituire una delle cappelle laterali, sorge dove anticamente era edificato un tempio dedicato a Marte, al confine occidentale della città greco-romana.
Fu costruita dai monaci basiliani, passò poi ai Benedettini e, infine, ai Domenicani nel 1231 guidati da frate Tommaso Agni da Lentini.
Carlo II d’Angiò, allora principe di Salerno e vicario del Regno, volle ingrandire la chiesa poi dedicata a San Domenico, affidandola ai frati predicatori domenicani, senza tuttavia distruggere l’antica, anzi incorporando la vecchia nella nuova.
La chiesa è collegata internamente al transetto destro della basilica e vi si accede attraverso la scala in piperno fatta costruire nel nel 1442 dal re aragonese Alfonso I il Magnanimo. Il portale gotico-rinascimentale risale alla metà del Quattrocento.
All’interno della basilica, il Cappellone del Crocifisso, che costituisce la sesta cappella di destra, presenta in alto la riproduzione della tavola duecentesca di Gesù in croce tra la Vergine e San Giovanni, proveniente dall’originario spazio dedicato proprio alla Chiesa di Sant’Angelo a Morfisa. Da questa immagine Cristo avrebbe rivolto a San Tommaso d’Aquino, che nel convento visse e insegnò, la domanda “Bene scripsisti de me, Thoma; quam ergo mercédem accipies?”, “Hai parlato bene di me nei tuoi scritti, Tommaso, che ricompensa vuoi?”, domanda alla quale il santo rispose “Domine, non aliam nisi te”, “Nient’altro che te, o Signore”. Il miracolo è rappresentato nell’altorilievo marmoreo del paliotto dell’altare, ma avvenne appunto nella Cappella di San Nicola dell’antica Chiesa di Sant’Angelo a Morfisa.
Il dipinto originale è stato poi spostato nella cella di San Tommaso d’Aquino, visitabile al primo piano del convento.