Indirizzo: via Benedetto Croce, 45
Metro: linea 1, stazione piazza Dante-stazione Toledo
Questo palazzo monumentale del Decumano Inferiore, già proprietà di Andrea Matteo IV Acquaviva d’Aragona (1570-1647) fu acquistato, alla fine del XVI secolo, dal principe Fabrizio Carafa della Spina che lo demolì per costruire, tra il 1598 e il 1603, un nuovo edificio su disegno, come riportano alcuni storici, dell’architetto Domenico Fontana.
Il palazzo si erge, maestoso, nella piazza San Domenico Maggiore e subito l’occhio del passante è attratto dal bellissimo portale barocco in piperno sul quale spiccano due satiri che, a mo’ di cariatidi, fanno da sostegno al balcone del piano nobile e, tra essi, è incastonato il grande stemma della famiglia Carafa della Spina. Alla base, due sculture in marmo raffiguranti mostri marini, ricavati probabilmente da resti di colonne romane, con le bocche spalancate fungenti da spegni-torce, antica usanza dei servitori che accompagnavano i nobili illuminando le strade e per poi spegnere le torce una volta giunti al palazzo.
Anche all’interno dell’edificio si possono ammirare due portali minori decorati e intagliati e, nel cortile, elementi architettonici in piperno e lo scalone monumentale caratterizzato da due archi a tutto sesto che seguono l’andamento della scalinata in tutta la sua altezza.
Nel 1818 il palazzo subì un ulteriore rifacimento su progetto di un architetto ignoto che avrebbe rimaneggiato anche il portale d’ingresso, riconducibile all’opera di Martino Buonocore secondo alcuni o a Luigi Sanfelice, secondo altri, ma lasciando tracce dell’architettura precedente anche nei finestroni sul retro e il muro bugnato.